Alessandro Busci: Parthenogenesis
16 ottobre 2025_31 gennaio 2026
La Napoli di Busci: magia di rinascita
di Angelo Crespi
C’è una serie di opere che alludono a una imminente eruzione: i sommovimenti dei bradisismi nei Campi Flegrei, le fiamme che si elevano dal cono del Vesuvio, la pioggia che sembra flagellare i palmizi. La Napoli di Alessandro Busci è scossa dalla natura imperiosa che la circonda, sul punto di cedervi. Non è una premonizione, semmai il ricordo di eventi precedenti, quasi che l’artista potesse rammemorare il passato e, per paradosso, rammemorare il futuro; in “Parthenogenesis” si allude da un lato a un dopo catastrofe, dall’altro alla infinite possibilità della riproduzione virginale, così che da una città se ne possa produrre un’altra nuova, così che da un’opera se ne possano produrre altre con la stessa matrice, simili seppur derivate dal prototipo, rigenerate per esuberanza della vita e dell’arte che trovano, dopo gli olocausti, modi di sopravvivenza sempre miracolosi.
E’ una pittura adesso matura quella di Busci che ha abbandonato collaudati schemi compositivi, per addentrarsi in territori dove talora l’astrazione sembra prevalere sulla figura, preconizzando future ulteriori rarefazioni; una maturità tecnica raggiunta in cui il gesto si è liberato di qualsiasi accademismo, si è fatto più veloce, più capace di interpretare le tensioni di uno sguardo sul mondo, e che ha permesso al pittore milanese di liberarsi da qualsiasi manierismo rimanendo però fedele a uno stile, e a un materiale come il ferro. La questione tecnica non è secondaria e ne indirizza, credo definitivamente, il percorso estetico: l’utilizzo dell’acqua e degli acidi per le basi in acciaio corten sui cui vengono impressi gli smalti, prefigurava fin dall’inizio della carriera una fuoriuscita dalla figurazione più classica; i cieli corruschi aranciati, tipici della sua decennale produzione, venivano ottenuti mediate interventi non pienamente controllabili e dunque l’impossibilità di gestire fino in fondo il risultato estetico, avvicinava i fondali alle campiture casuali della pittura gestuale, a cui poi si sovrapponeva un lavoro più formale, espressamente figurativo, che riguardava soprattutto il paesaggio urbano. In seguito, sempre più spesso, Busci si è confrontato con il paesaggio naturale, penso alle teorie di montagna, o agli iceberg, in cui le sagome dei monoliti di ghiaccio si confondono con il mare sottostante e il cielo retrostante, e i riflessi tendono a confondersi in macchie, e in cui la parte più figurativa è una memoria, un lacerto ormai di figura.
Anche in “Parthenogenesis” si raggiunge questo risultato di felice commistione tra figurazione e astrazione, che ha tra i padri nobili della contemporaneità Gerhard Richter; la rettitudine dello sguardo, l’approccio etico al lavoro di pittore, la fiducia che il proprio lavoro possa dire qualcosa di nuovo del reale, si ritrova nella Napoli immaginata più volte da Busci che appare magicamente dal fondo ferroso, così distante da ogni confortante veduta da cartolina o da souvenir, non c’è nessun approccio folkloristico, bensì la crudezza dell’immaginazione; l’atmosfera è di una città che nell’occaso è pronta a una prossima rovina, prevedibile, una città che si regge, sull’incantesimo di un poeta mago, il Virgilio idealizzato dal popolo nei secoli dopo la morte, che pose un uovo, simbolo di perfezione e prosperità, sotto le fondamenta della Neapolis, e tutto si sosterrà finché non si spezzerà il fragile guscio su cui incombe il peso del brulichio vociante di un luogo unico al mondo.
Per metafora, la Napoli di Busci, straniero in un paesaggio che ha ammaliato e irretito generazioni di pittori e scrittori, è una città in cui la natura sovrasta la fragile permanenza delle architetture, incombe su di essa, una città che si regge, appunto, su un uovo e che qui viene rappresentata nella sua fugace transitorietà. Ma la pittura, sebbene nel momento, eterna ciò che si promette di scomparire ai nostri occhi.

Da giovedì 16 ottobre 2025, la stagione espositiva della galleria Al Blu di Prussia (via Gaetano Filangieri, 42 – Napoli) – lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo e Mario Pellegrino – prende il via con la mostra “Parthenognesis” di Alessandro Busci.
La mostra, promossa dalla Fondazione Mannajuolo è la quarta personale a Napoli per l’artista milanese Alessandro Busci che torna negli spazi della galleria Al Blu di Prussia con un nuovo ciclo di opere nelle quali tra figurazione e astrazione rivela la miscela di magia, rovina e rinascita di una città sospesa in una perenne transitorietà.
In esposizione, accompagnato da un intenso testo di Angelo Crespi, un vibrante corpus di oltre 20 lavori inediti di formato medio e grande, tutti smalti su acciaio corten e su carta nei quali l’artista mostra maturità stilistica e rivoluzione materica.
Filo conduttore la prepotenza della natura e la tensione tellurica, Alessandro Busci spazia tra scorci tipici alludendo sin dall’emblematico titolo “Parthenogenesis” (riproduzione virginale) alla millenaria attitudine di sopravvivenza miracolosa della città, della sua capacità di rinascita per autorigenerazione tra catastrofi passate e imminenti.
“E’ una pittura adesso matura quella di Busci che ha abbandonato collaudati schemi compositivi, per addentrarsi in territori dove talora l’astrazione sembra prevalere sulla figura; una maturità tecnica in cui il gesto si è liberato di qualsiasi accademismo e che ha permesso al pittore milanese di liberarsi da qualsiasi manierismo rimanendo però fedele a uno stile, e a un materiale come il ferro (…). La questione tecnica non è secondaria: l’utilizzo dell’acqua e degli acidi per le basi in acciaio corten sui cui vengono impressi gli smalti, prefigurava fin dall’inizio della carriera una fuoriuscita dalla figurazione più classica (…). In seguito, sempre più spesso, Busci si è confrontato con il paesaggio naturale, penso alle teorie di montagna, o agli iceberg, in cui le sagome dei monoliti di ghiaccio si confondono con il mare sottostante e il cielo retrostante, e i riflessi tendono a confondersi in macchie, e in cui la parte più figurativa è una memoria, un lacerto ormai di figura (…). La fiducia che il proprio lavoro possa dire qualcosa di nuovo del reale, si ritrova nella Napoli immaginata più volte da Busci che appare magicamente dal fondo ferroso, così distante da ogni confortante veduta da cartolina o da souvenir, non c’è nessun approccio folkloristico, bensì la crudezza dell’immaginazione”. (dal testo di Angelo Crespi).
ALESSANDRO BUSCI – “PARTHENOGENESIS”
Dal 16 Ottobre 2025 al 31 Gennaio 2026 Orari: martedì-venerdì 10.30-13/16-20; sabato 10.30-13 Catalogo: artstudiopaparo
Opere

A. Busci_Parthenogenesis I-II-III_smalto su ferro_40x120 cm_2025 
A.Busci_Campi Flegrei 1_Grigio_smalto su ferro_100x140 cm_2025 
A.Busci_Campi Flegrei 2_Oro_smalto su ferro_100x140 cm_2025 
A.Busci_Campi Flegrei 3_Azzurro_smalto su ferro_100x140 cm_2025 
A.Busci_Castel Dell'Ovo_petrolio_smalto su ferro_160x160 cm_2014 
A.Busci_Iceberg bianco:nero_Smalto su carta_100x140 cm_2025 
A.Busci_Iceberg notte_smalto su seta_125x180 cm_2025 
A.Busci_Iceberg oro_smalto su ferro_40x40 cm_2025 
A.Busci_Iceberg_ celeste_smalto su ferro_100x60 cm_2025 
A.Busci_Iceberg_bianco_smalto su ferro_100x60 cm_2025 
A.Busci_Iceberg_Blu_Dittico_smalto su ferro_92x310cm_2025 
A.Busci_Iceberg_grigio_smalto su ferro_100x60 cm_2025 
A.Busci_Iceberg_Notte stellata_smalto su carta_100x70cm_2025 
A.Busci_Le grandi navi_Napoli:New York_smalto su carta foderata su lino_100x150 cm_2017 
A.Busci_Marina_smalto su ferro_100x140cm_2025 
A.Busci_Maschio Angioino_smalto su ferro_100x60 cm_2025

A.Busci_Maschio_sera_smalto su acciaio corten_2025_40x40 cm 
A.Busci_Napoli_rosso&oro_smalto su acciaio corten_2025_40x40 cm 
A.Busci_smalto su ferro_40x40 cm_2025 
A.Busci_Vesuvio nero:oro_smalto su ferro_100x60 cm_2025 
A.Busci_Vesuvio rosso_smalto su ferro_80x70 cm_2025 
A.Busci_Vesuvio_avorio_smalto su gomma ossidata_220x150 cm_2020 
A.Busci_Vesuvio_nero_smalto su corten_85x83 cm_2023 
A.Busci_Vesuvio_rosso_smalto su corten_85x83 cm_2023 
A.Busci_Vesuvio_smalto su ferro_40x40 cm_2025 
A.Busci_Villa Crespi_smalto su carta_70x50cm_2025 copia







































