Andrea Branzi

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17 febbraio_7 aprile 2016

Queste opere “sono dei quadri dipinti a mano, ma a differenza delle pitture tradizionali esse sono anche degli oggetti d’uso nel senso che possono servire come nicchie o mensole per oggetti, cose o altre figure (o figurine). Non mi è mai interessato capire la differenza che esiste tra Design e Arte e individuare il confine che separa queste due attività. Non ho mai accettato quella censura che sembra colpire chi contamina quei due mondi; due mondi limitrofi e parenti tra di loro, che sono stati allontanati dal pregiudizio borghese che consiste nell’assioma sbagliato: “l’arte non serve a niente mentre il Design deve essere utile”.
Andrea Branzi

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Rassegna stampa

Da mercoledì 17 febbraio, Al Blu di Prussia presenta – in collaborazione con Antonia Jannone Disegni di Architettura, Milano – la nuova personale dell’architetto e designer Andrea Branzi, tra i maggiori esponenti del design neomoderno e fondatore, assieme ad altri, del collettivo Archizoom Associati (1964-1974) primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale.

Alle ore 18, l’arch. Patrizia Ranzo conversa con l’artista Andrea Branzi sul tema “La metropoli primitiva” in occasione della proiezione, in anteprima, dell’omonimo video che sarà poi proposto negli Stati Uniti nel corso di un tour delle principali università di settore.

Ospite dello spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo e Mario Pellegrino, Branzi propone un corpus di circa 25 opere tra Flat, Maquette/Domus e Luoghi.

FLAT, spiega lo stesso Branzi, è una Collezione di modelli di pannelli d’uso, che si collocano cioè tra il quadro dipinto e la consolle; decorati a mano accolgono nicchie e mensole su cui poggiare libri, lampade, vasi, elementi di arredo. I FLAT sono progetti ibridi, di nuova generazione, che contamina l’arredamento domestico con la sacralità dell’arte; due categorie tradizionalmente opposte, che oggi si sovrappongono: pitture tridimensionali e scaffalature d’arte. In un’epoca come la nostra, dove i confini tradizionali delle specializzazioni tendono a sfumare, i FLAT testimoniano che nuove tipologie sono possibili e nuove esperienze funzionali aprono la strada a superfici più espressive destinate a trasformare le nostre superfici decorative in micro-spazi accoglienti e segreti”. MAQUETTE/DOMUS, invece, sono un esperimento di indagine del confine tra design e arte dove oggetti provenienti da diverse categorie ed epoche storiche si fondono in un unico spazio ideale: frammenti di antiquariato, mosaici romani, affreschi pompeiani, cineserie e oggetti disegnati da Branzi stesso sono accostati a libri, computer e prodotti di consumo. Né arredi, né oggetti decorativi, queste opere combinano e condensano, come meditazioni inconsce, immagini, materiali e ricordi frammentari di un uomo che vive tra il consumismo dei giorni correnti e gli alti riferimenti culturali del passato.

“Non mi è mai interessato capire la differenza che esiste tra Design e Arte e individuare il confine che separa queste due attività. Non ho mai accettato quella censura che sembra colpire chi contamina quei due mondi; due mondi limitrofi e parenti tra di loro, che sono stati allontanati dal pregiudizio borghese che consiste nell’assioma sbagliato: “l’arte non serve a niente mentre il Design deve essere utile” (Andrea Branzi).