Fortunato Masucci

stardust
a cura di Maria Savarese
14 aprile_30 aprile 2010

L’artista crea uno spazio in cui Mito e Religione diventano pura adorazione dell’immagine, espressione di una società dove l’impatto visivo si fonde con quello emotivo. Gli antichi eroi protagonisti del mito e i virtuosi uomini di fede vengono cancellati dalla venuta delle nuove icone: le super star cinematografiche.
“Santificare Marlene Dietrich è porre l’accento sull’importanza che nel mondo moderno continua ad avere il mondo dell’immaginario… trasformare Marlon Brando in un novello Cronos, o Lauren Bacall nella Vergine durante l’Annunciazione non è più blasfemo di un attore che interpreta il ruolo di un Profeta o di un Santo. L’immagine e la persona reale nel mondo moderno possono separarsi, ed è solo la prima che sopravvive al tempo, è solo l’immagine e l’immaginazione sull’immagine che continueranno ad imprimersi nei cuori e nelle menti delle persone, mentre gli involucri, le loro vite, i loro assilli quotidiani, scompaiono in un soffio di vento…
Il mio modo di concepire l’arte non è mai stato astratto, né astruso, rimane dentro di me un concetto classico di arte: l’amore per l’armonia e per la bellezza, la rappresentazione delle forme per mandare un messaggio e, perché no, la voglia di stupire, di emozionare le persone.”
L’autore utilizza le immagini di rosoni e vetrate di antiche cattedrali, li destruttura, pur mantenendone inalterato lo scopo di celebrazione del divino e della bellezza. Il sacro viene così riempito di profano, e il profano viene così sacralizzato, posto al centro dell’opera come esempio di umana (im)perfezione. Le immagini sono immediate e allo stesso tempo complesse, a volte rimandano a messaggi arcaici altre volte ammiccano il fruitore con ironia, come una Marylin Monroe (l’unica icona ad essere rappresentata in due opere dall’autore) che invita a pregare e lavorare (Ora et Labora).
Altre volte gli attori, immersi nel contesto onirico creato dall’artista sono trasfigurati, divengono entità superiori non più esseri umani, ma rappresentazione di principi trascendentali, impossibili e perfetti.

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Rassegna Stampa